
Pochi giorni fa si è concluso il Prime Day di Amazon, la maratona di shopping più attesa dell’anno dagli utenti della piattaforma durata 48 ore (tra il 12 e il 13 luglio).
Il marketplace ha fatto sapere tramite comunicato stampa che questa edizione è stata la più profittevole di sempre a livello globale per i clienti Prime, che hanno risparmiato ben 1.7 miliardi di dollari su oltre 300 milioni di prodotti venduti.
Un successo per Amazon, ma anche per i partner di vendita, per la maggior parte piccole e medie imprese, che hanno visto i loro guadagni aumentare e hanno ottenuto maggiore visibilità e notorietà.
Secondo i dati forniti dall’azienda di Jeff Bezos, quest’anno i clienti Prime hanno acquistato in media più di 100mila prodotti al minuto nelle diverse categorie, tra le quali sono spiccate per interesse l’elettronica di consumo e i prodotti per la casa, senza dimenticare poi i dispositivi a marchio Amazon.
Marketplace Mentor ha raccolto le cifre di questi due giorni di shopping per quanto riguarda l’Italia ed è emerso che c’è stata una leggera discrepanza tra i prodotti più cercati e quelli poi effettivamente acquistati.
L’utente Amazon Prime Italia ha cercato maggiormente prodotti tech: cuffie bluetooth, modelli specifici di iPhone della Apple, smartwatch e il dispositivo Alexa di Amazon.
Ma cosa ha acquistato?
I 3 bestseller di questa edizione del Prime Day in Italia sono stati:
- La chiavetta smart Amazon Fire TV
- Le testine per lo spazzolino elettrico Oral-B
- Il detersivo Omino Bianco formato convenienza

Questo dato ci dimostra come l’utente, carico di aspettative, attenda impaziente questo evento di shopping, sperando di fare affari con brand conosciuti come Apple o Samsung, ma finisca inevitabilmente per rimanere deluso. Spesso infatti i grandi nomi non presentano in queste occasioni scontistiche così imperdibili – o non ne presentano affatto – e l’utente Prime si ritrova ormai sulla piattaforma e si lascia attrarre dall’offerta più conveniente che gli appare irripetibile.
Sfatiamo un mito: partecipare al Prime Day non significa guadagnare
Partecipare al Prime Day come venditore può non essere altrettanto allettante come lo è per un cliente. Raramente i brand traggono un grande vantaggio economico da questo evento, tra gli sconti applicati sui prodotti e il costo effettivo di tutta l’operazione, non resta di solito molto margine di guadagno.
Ricorda che vendere non significa guadagnare!
Ecco perché è importante considerare l’evento come strumento di marketing e far tesoro dell’alta percentuale di traffico che si concentra su Amazon, sfruttandola al massimo per far conoscere il proprio brand. È interessante sapere che in queste 48 ore le impression sono aumentate del +16,6% e il traffico, quasi azzerato nelle settimane precedenti l’evento, è risultato molto più concentrato.
Se, da un lato, più pubblico significa avere a disposizione un bacino di utenti più ampio del normale, dall’altro la grande sfida è riuscire a non scomparire in mezzo ai competitor in un periodo in cui la concorrenza si fa feroce e diventa necessario giocare al rialzo con le campagne di advertising.
I dati generali dell’ADV che abbiamo raccolto dimostrano che:
- la spesa pubblicitaria per il periodo del Prime Day è superiore alla settimana precedente del +17%
- il CPC medio (il Cost Per Click ovvero il costo di un singolo click pubblicitario sul prodotto) ha cominciato ad aumentare già dall’inizio del mese di luglio, raggiungendo il +20% rispetto a giugno 2022 durante i giorni dell’evento.
In conclusione, possiamo trarre da questo Prime Day una lezione che vale in generale per il mondo Amazon: per avere successo sulla piattaforma e vendere generando profitto è necessario non farsi trovare impreparati e adottare strategie mirate e ottimizzate.
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