Esistono marketplace oltre ad Amazon?

Nell’immaginario collettivo dire “marketplace” è ormai sinonimo di Amazon, una stella così luminosa da essere riuscita a mettere in ombra tutto il resto della galassia dei marketplace.

Anche Ebay per ragioni di nobiltà decaduta detiene ancora oggi delle posizioni importanti nel mental ranking per quanto riguarda le piattaforme di vendita online. Tuttavia molti consumatori ma, soprattutto, molte aziende, non tengono in considerazione le potenzialità di altri marketplace. Si tratta di piattaforme sicuramente più piccole, ma proprio per questo estremamente settoriali e più di nicchia. La presenza su Amazon è infatti divenuta per le aziende una sfida: uscirne vincitori non è impossibile, ma occorre essere pronti a dare battaglia per una serie di motivi.

1) I player sono moltissimi, vi troverete a competere con concorrenti diretti ed indiretti, ad esempio, se vendete maglioni vi troverete a competere sia con chi vende felpe sia con chi vende maglie termiche e coperte. Le possibilità di acquisto su Amazon sono praticamente illimitate. 

2) La modalità di funzionamento dell’advertising la rende particolarmente onerosa, specialmente se il vostro è un settore ricco di competitor.

3) Su Amazon venditori dello stesso prodotto sono (o dovrebbero essere) collegati alla stessa scheda prodotto. Chi riesce ad aggiudicarsi la famigerata “Buy Box” (ovvero il venditore che riesce a collegarsi al tasto “acquista ora”) vince tutto. Non è questa la sede per discutere quali siano i parametri di assegnazione della buy box, vi basti sapere che non è semplice, non è scontato e soprattutto una volta acquisita non è detto che sia vostra per sempre. Quello che è importante sottolineare è che si tratta di un gioco in cui il vincitore si prende tutta la posta in palio. 

Amazon resta comunque una piattaforma che è fondamentale presidiare per diversi motivi, che vanno dalle importanti vendite alla Brand Awareness che ne deriva, ma non è mai una saggia idea riporre tutte le vostre uova in un solo paniere. 

Per questo, di seguito vi racconteremo di alcuni marketplace di nicchia sui quali dovreste valutare di espandere il vostro business. Perché sì, ci sono altri marketplace oltre Amazon.

Eprice

Si tratta di un marketplace focalizzato principalmente sulla vendita di tecnologia ma negli ultimi tempi si sta espandendo ad altri settori, la vendita di accessori per il motociclismo ad esempio. 

Vediamo alcune delle principali caratteristiche:

  • È una piattaforma che permette di vendere sia in Italia che in Europa
  • Il costo per presidiare la piattaforma è decisamente abbordabile: 29,90 € se volete vendere solo in Italia e 39,90 € per cominciare a vendere in tutto il mercato europeo. A questa cifra vanno aggiunte le commissioni sul venduto, che vanno dal 5 al’8%.
  • La piattaforma offre anche la possibilità di fare dell’advertising per poter incrementare il traffico dei vostri articoli.

Cosa serve per iniziare a vendere su EPrice? 

  • Visura Camerale e dati bancari dell’azienda
  • Dati identificativi del rappresentante dell’azienda
  • Codici EAN dei prodotti e categorie merceologiche

La logistica non è fornita dal sito, la gestione di customer care, stoccaggio e spedizioni sono totalmente a carico dell’utente finale, si tratta comunque di attività che una PMI ben strutturata può affrontare tranquillamente. Se presidiate il settore della tecnologia dovreste valutare di affacciarvi a questa piattaforma. 

Aliexpress

É la sorella B2C del colosso del B2B cinese Aliexpress. Vendere su una delle due non esclude vendere sull’altra se siete interessati a fornire sia il dettaglio che all’ingrosso.

Questo marketplace vi permette di accedere ad una fetta di pubblico enorme come quello cinese e, in tal caso, sareste di fatto tra le poche aziende Italiane a farlo. Infatti solitamente sono i cittadini europei a comprare su questa piattaforma da venditori cinesi. 

Il problema di fondo di Aliexpress è rappresentato dalla fama che lo precede: un pubblico giovane che tende ad acquistare prodotti a basso prezzo, magari per fare del dropshipping. Ma badate bene, farsi spaventare non ha senso: entrate, sperimentate e se avrete successo lo avrete in una piattaforma che è tra le più usate dalla popolazione più numerosa al mondo. Un piccolo passo qui può avere ben più valore di grandi balzi altrove. Dovrete gestire autonomamente la logistica e i resi, ma le politiche di Aliexpress a riguardo non sono ferree quanto quelle di Amazon, quindi si tratta di un’attività assolutamente gestibile.  

Inoltre la piattaforma di Jack Ma (il founder di Alibaba) vi darà la possibilità di investire in Advertising. Oltre ai classici mezzi che offre ogni altra piattaforma, Aliexpress presenta la peculiarità di dare ai propri utenti la possibilità di acquistare dei banner alla “fiera del digitale”, un evento streaming seguito da milioni di persone in tutto il mondo. 

Wish 

Anche questa è una piattaforma nativa della Cina, e come tale presenta vantaggi e svantaggi comparabili a quelli offerti da Aliexpress. Tuttavia, Wish assicura ai propri utenti delle peculiarità extra che vale la pena tenere in considerazione:

  • Wish offre le possibilità della logistica “FBW”, fulfilled by Wish, ovvero potete spedire il vostro inventario direttamente presso i magazzini di Wish e lasciare che siano loro ad occuparsi della logistica.
  • Il Customer Care è (quasi) totalmente in carico a Wish stessa, che vi coinvolgerà soltanto nel caso non riesca a dare al cliente le risposte di cui ha bisogno.
  • É una piattaforma quasi totalmente mobile, ottimizzata per l’esperienza lato smartphone. La user experience è totalmente pensata per offrire il massimo dell’esperienza sul piccolo schermo.
  • L’impostazione del programma è basata più sul feed che sulla ricerca specifica, questo rende la modalità di acquisto del cliente totalmente differente da quella proposta da qualunque altro marketplace. In questo ricorda più la sezione “esplora” di Instagram piuttosto che la sezione Home di Amazon.
  • Non ci sono spese fisse per la vendita su Wish, questo vi lascerà liberi di sperimentare e di fare tentativi, male che vada pagherete soltanto in relazione a ciò che avete effettivamente venduto
  • È possibile targettizzare direttamente le schede prodotto, in questo modo potrete restringere la visualizzazione delle vostre schede prodotto a quello che ritenete possa essere il vostro target ideale, massimizzando l’utilità dei vostri sforzi.
  • È difficile commercializzare su questa piattaforma prodotti con un alto costo, è concepito per prediligere la quantità. Se il vostro core business è basato su consumatori alto-spendenti forse potrebbe essere più proficuo per voi orientarvi verso altri lidi. 

Zalando 

Torniamo ora a focalizzarci nel nostro viaggio tra i marketplace sul vecchio continente. È il momento di parlare di Zalando, top player per quanto riguarda i marketplace che si occupano di abbigliamento.

Se vendete prodotti di questa categoria un account su Zalando è praticamente un must have. C’è posto veramente per tutti, dall’alta moda al fast fashion. 

Entrare su Zalando, proprio perché ci sono chiare e ben definite fasce di prodotti evita di esporre i vostri prodotti ad una guerra per i prezzi. Non è una piattaforma che vive di scontistiche, se i vostri margini sono ridotti o se volete evitare una svalutazione del brand per gli eccessivi sconti questi sono problemi che su Zalando non dovrete porvi. 

Le modalità di vendita su Zalando sono simili a quelle di Amazon: 

  1. come vendor: voi vendete i vostri prodotti a Zalando che si occupa di rivenderli, come il più classico dei negozi, ma molto più in grande.
  2. come seller: in questo caso Zalando sarà per voi soltanto una vetrina su cui vendere i vostri prodotti, venderete quello che il consumatore finale acquisterà
  3. appoggiandosi ad un partner che sia già vendor: voi vendete i vostri prodotti ad un vendor che li vende ad Amazon. Come tutte le catene allungate questo andrà a ridurre i vostri margini, ma il guadagno in termini di semplicità e di diminuzione delle barriere all’entrata potrebbe valerne la pena. 

È il terzo player nel settore dei marketplace in Italia, dietro soltanto ad Amazon ed Ebay, il primo nel settore dell’abbigliamento.

Dal punto di vista del Marketing Zalando dà ai propri utenti la possibilità di accedere ad una gamma di strumenti molto simile a quella proposta da Amazon, anche qui proposta con la dicotomia in-site ed off-site 

Il venditore può scegliere se gestire la propria logistica in autonomia o se appoggiarsi invece alla logistica Zalando. Nel caso la scelta ricada su quest’ultima opzione va tenuto in considerazione che la merce andrà stoccata in Germania (con tutto ciò che questo va a comportare dal punto di vista logistico e fiscale).

Le commissioni sono variabili a seconda del pricing del prodotto: 

  • 5% se la transazione è fino a 20 euro
  • 10% se la transazione è fino a 50 euro
  • 20% se la transazione è fino a 100 euro
  • 25% se la transazione supera i 100 euro

Facebook Marketplace 

Può sembrare strano ma anche il marketplace di Facebook, nonostante i suoi limiti, potrebbe essere un valido strumento con cui iniziare a familiarizzare.

Le motivazioni a favore sono diverse, come possono essere diversi anche i fattori che andrebbero a limitare l’appetibilità di questa piattaforma.

1. É gratuito: Facebook non prende fee per entrare a vendere nella sua piattaforma, questo permette di procedere per tentativi senza trovarsi ad affrontare la problematica dei costi sunk

2. È inserito in una piattaforma di svago: i clienti entrano su Facebook nei momenti di tempo libero e la loro permanenza sul sito non ha quasi mai una ragione di fondo. Questo va a depotenziare sicuramente le attività di ADV basate sulla ricerca ma dall’altra parte aumenta le possibilità che, nel caso l’ADV sia targettizzata nel modo giusto, il cliente si “imbatta” nel vostro articolo anche se non lo stava cercando. Questo al contrario di Amazon, dove i clienti entrano direttamente nella funzione cerca.

Inoltre, essendo integrato in una delle piattaforme del gruppo META, la profilazione è molto precisa, dando l’opportunità di avere un ottimo ROAS delle campagne.

3. Lo svantaggio di presidiare questo marketplace è che si tratta di una piattaforma che, ad oggi, è popolata per la maggior parte da utenti privati. Di conseguenza il vostro articolo con una scheda prodotto perfettamente ottimizzata e delle immagini di alta qualità potrebbe essere circondato da annunci che potremmo definire “home made”. 
4. Effetto alone sulla fiducia che gli utenti ripongono nella piattaforma: gli utenti di Meta si fidano della piattaforma e questo permette loro di separarsi dalla barriera che l’acquisto su un marketplace può dover affrontare. Ebay ad esempio, che non è riuscita con il tempo a scrollarsi l’etichetta di sito poco affidabile, gode in media di poca fiducia da parte dei suoi utenti. Essere un big player del settore non necessariamente implica avere degli utenti che sono sereni nell’acquistare.
5. Un sistema di messaggistica con l’utente avanzato: comunicherai con i tuoi clienti o potenziali tali attraverso la messaggistica di Facebook, uno dei sistemi più conosciuti al mondo. Oltre a darvi la possibilità di supportare l’installazione di Chatbot per semplificarvi la prima gestione dei quesiti.

L’etichetta del “mercatino dell’usato” è ormai un lontano ricordo per questa piattaforma, le possibilità che si porta dietro sono tutte da scoprire. 

Non dimenticate inoltre che Facebook è una delle pochissime piattaforme che, ad oggi, può combattere con Amazon come numero di ricerche su Google come potete vedere dal grafico di seguito

1000Farmacie 

Non tanto il settore del farmaco, quanto quello dell’integratore, stanno spopolando nelle mode e nella lista della spesa degli italiani. 

É in questo contesto che va ad inserirsi la nascita della (fù) startup 1000Farmacie. Questo è un marketplace totalmente dedicato alla vendita online di farmaci, integratori e prodotti ad essi complementari.

È un sito giovane, in quanto è stato fondato nel 2020, ma le prospettive sono veramente interessanti e meritano di essere tenute in considerazione.

Il ragionamento alla base della nascita della piattaforma è nato da un pensiero molto essenziale: tutti prima o poi necessitano di farmaci, tutti possiedono una connessione ad Internet, tuttavia soltanto il 5% dei farmaci viene venduto online. É evidente il gap di mercato in questo settore. 

La modalità di funzionamento è più simile a quella offerta da Just Eat o da Glovoo che a quella offerta da Amazon. Il vettore di consegna infatti si reca nella farmacia prescelta, prende il farmaco e lo consegna a casa del cliente. Un po’ quello che Just Eat fa con il vostro sushi.

Questo permette, lato venditore, di evitare enormi stoccaggi che, data la natura dei prodotti e le stringenti normative che regolano il settore, sarebbero molto problematici da gestire.

Un altro non trascurabile vantaggio è la grande possibilità di frazionare la domanda.

Solitamente, specialmente nei centri urbani, la densità di farmacie è molto elevata e, se si escludono i rapporti di fiducia, sono perfette sostitute tra di loro. 

Far parte di una rete riduce al minimo il rischio di rotture di stock che, tenendo conto che si tratta di beni che solitamente il cliente non può/non vuole attendere, potrebbero causare un grande malcontento. Per quello che riguarda i farmaci con ricetta, il corriere passa prima a casa dell’utente a ritirare la prescrizione medica per poi andare in farmacia. 

Quelli presentati in questo articolo sono soltanto alcuni dei marketplace presenti ad oggi su internet.

La lista infatti non è esaustiva e difficilmente lo potrà mai essere, si tratta di un mondo dinamico che evolve in continuazione. 

Ad ogni modo, sappi che prossimamente provvederemo a inserire il continuato di questa lista di marketplace.

Nessuno di questi marketplace può o vuole sostituirsi ad Amazon e nessun esperto del settore vi caldeggerà il privilegiare uno di questi player al gigante creato da Jeff Bezos. Si tratta tuttavia di marketplace complementari, di nicchie che è giusto esplorare per presidiare, di piattaforme dove potrete cimentarvi in nuove ed affascinanti sfide. 

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